Quando, se il caro giovinetto un fiore 310Od una gemma del tuo sen toccava,
Quella gemma e quel fior da quell’istante
Eran sacri per te; quando tu stessa
Lo studïavi sì che ogni suo moto,
Ogni suo sguardo fatto erasi tuo, 315E tanto risonar s’udia simíle
La tua voce alla sua, ch’Eco parea
Quando a sera, su queta ala di vento,
Più soavi rimanda e più pietose
L’aeree note di gentil melode. 320Eccolo; ei vien quel giovinetto e splende
Di cotal luce che la luce avanza
Di sua primiera età; bello...., sì bello,
Ma non per te, meschina! ei s’appresenta
Agli occhi tuoi terribile, funesto 325Come l’imago di persona estinta
Quasi il colpevol spirto ei ti volesse
Turbar col sogno di beata etade,
Che per sempre sparì, ma pur sorvive
Nella memoria, e ne trafigge il core. 330Sogno tristo e fatal! Siccome allora
Che della giovinezza il gajo spirto
Ne appar fra il sonno luminoso e vago
Dell’innocenza che fu nostra un giorno,