Guerrier nel tempio; ma non fuvvi alcuno 285Che del velato aspetto i portentosi
Raggi un istante rimirar potesse.
Ma pur fra le donzelle una v’avea
Che dietro le cortine, onde si cigne
L’Harèmo, spesso ad arrossir fu vista; 290Una a cui più che morte era funesta
La pompa di quel giorno, — e voi lo dite,
Voi, sue compagne, che vedeste a un tratto
Pietosamente impallidir sue gote,
E ne intendeste il doloroso grido 295Allorchè primamente all’infelice
Quel giovane s’offerse ahi! noto troppo,
Ed essa il vide, oh vista! ùmile in atto
Prostrarsi innanzi del profeta al trono.
Sventurata Zelica! eravi un tempo 300Quando ogni sguardo suo sopra il tuo core
Un incanto piovea; quando vederlo,
Udire il suono delle sue parole,
Spirar l’aura che a lui moveva intorno,
Era la prece del tuo cor — la prima, 305La più fervida prece; e agli occhi tuoi
Tale il cigneva allor magico spirto
Che, se ad opra ei moveva, ogni mortale
Gli sembrava secondo. Oh! dì beati