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Il profeta seguiva, «e a ben vederle
235Si richiede di sensi una più santa
E più diva natura a cui non regge
La vile argilla che gli umani informa.
Questa spada dappria discioglier deve
Il tenebroso carcere che lega
240La schiava umana stirpe anzi che vegna
La pace a visitarla e il ver diffonda
In un mondo di colpe il suo splendore.
Solo allora, o guerrieri al ciel devoti,
Solo allora che al suol cadranno infranti
245Nanzi alle nostre glorïose insegne
I troni della terra e i sacri templi,
E ai nostri piedi deporrà lo schiavo
Le spezzate catene ed il tiranno
La sua corona, il sacerdote il libro,
250Il vincitor gli allori, e dalle labbra
Del ver proromperà, siccome turbo,
Gagliardo un soffio ad animar la pira
Consumatrice dell’umane fole,
Solo allor sulla terra avrà principio
255Il regno dello spirto, e l’uom sorgendo,
Come innovato di seconda vita,
Incederà per quella luminosa
Primavera del mondo al par d’un nume,