Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/20


[15]

Siccome l’ale de’ candidi augelli
185Che ventavano il trono ove sedea
Il mago Solimano. — Allor dall’alto
Il gran profeta favellò: «Straniero!
Benchè l’anima tua di giovinetta
Forma si vesta e sia novella in terra,
190Pur da secoli molti io già vedea
La sua sembianza ne’ diversi aspetti
Di quell’ente infinito, in cui diffusa
Per un lungo di casi ordine alterno
(Siccome face che di mano in mano
195Si trasmetton fra lor giovani in fila)
Rapidamente va di forma in forma
L’inestinguibil alma in fin che giugne
A quella meta che le assegna il fato.
Nè creder tu che solo ai men lucenti
200Spiriti in foco tenebroso accesi
E dannati alla terra un tal prescriva
Destino il ciel; divini esseri ancora
Degnan talor di splendere per questa
Umanità. Cotale era l’essenza
205Che in Adamo albergava, a cui de’ cieli
Si piegâr tutte le potenze, tranne
D’Eblis l’altero spirto; e tal pur era
L’Intelligenza che rifulse un giorno