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Porge intenta l’orecchio — ahi suono orrendo! —
710Ode del suo tormentator le risa,
Quindi un gemere intende — un angoscioso
Gemer di morte; oh cielo! esser può questa,
La sede della gioia! Entravi e vede...
Oh santo Allà che vede! — Al dubbio lume
715Della pallida aurora, a cui si mesce
Il moribondo fiammeggiar de’ tizzi
Che dispersi giaceano ahi! dalla mano
Degli spiranti portator caduti,
Una mensa s’offerse alla meschina
720Splendidamente apparecchiata a scherno
De’ convitati; — d’odorosi incensi
Olezzavano l’aure — ivano intorno
Intrecciate ghirlande — e l’urne e i nappi,
Ove i labbri pur or s’eran tuffati,
725Splendean d’auro e di gemme; — ah! ma in lor seno
Chi mi sa dir qual s’accogliea bevanda?
Ahi! chi non l’indovina in rimirando
Di que’ meschini il livido sembiante,
Mentre il capo gravato essi reclinano
730Languidi sopra il seno, o innalzan smorti
Lo sguardo in su con gelida pupilla,
Quasi cerchin nel cielo alle lor colpe
E non trovin mercede; e quasi in petto,