Dovea nella corrente esser sommersa; 560Tal veniva Zelica, e mentre il capo
Inclinato sul seno ella teneva,
Com’uom che fosse di sotterra uscito
Quel demone si stava infra la turba
Meravigliante, e ai creduli diceva 565Che da magica possa o incantamento
Ell’era posseduta, e che dal guardo
Estatico di lei sorger dovea
Indi a non lungo andar la sospirata
Alba di loro libertà foriera; 570E se talvolta dal rimorso acuto
Di sue colpe trafitta ella agitava
Per tremor la persona, e strani accenti
Proferìa delirando, esso l’audace
Bestemmiatore nelle sue parole 575Gli oracoli del fato interpretava;
Dicea spirto del cielo il vivo foco
Che negli occhi le ardeva, ed i suoi gridi
De’ celesti linguaggio egli chiamava.
Ma quell’arti nefande alfine usciro 580Inefficaci, e squallida e tremenda
La disperazïon videsi accolta
Intorno intorno. La rabbiosa fame
Colse quanto lasciato avea non tocco