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Quando tutto parea vinto e perduto,
310E gittatosi cieco entro il conflitto
Aiutò le sorti e fu salute ai vinti.
Per questo ei vive ancor, spregiando i serti
Che gli getta la gloria in sul cammino,
Per questo esiste ei sol, come baleno
315Per scatenare un fulmine rovente,
Fulmine di vendetta, indi morire.
     Ma pur, qual prima, a salvamento addotto
Quell’iniquo vivea; pochi il seguiro
Disperati fuggenti, unico avanzo
320Di quell’oste che stette ardimentosa
Sfidando il ciel pur dianzi; e con que’ pochi,
In Merou ripassando e bestemmiando
Sul perduto suo trono, alla corrente
Di Gïone si trasse ove, raccolti
325Quanti ancora vedean ciechi e delusi
Nel caduto lor duce un salvatore,
Sollevò di Neksebo entro le porte
La bianca insegna e non domato ancora
Stette aspettando il vincitor nemico.
     330Fra tutte le bellezze, onde leggiadro
Era l’Harèmo suo, seco traeva
Una soltanto al suo fuggir compagna —
Non per amor — nè per beltà tampoco,