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CAPITOLO VI.

S. Giovanni in Venere e tre dissertazioni di Pietro Polidoro.


I.

DE PROMONTORIO ET VICO VENERIS 1.


Sexto fere ab Anxano lapide inter Sarum et Olivellum torrentem promontorium mari imminet pervetusto, ac nobili Tempio Veneris illustre, ut qua una cum adiacente vico subiectoque portu cognomen sumpsit, hodieque retinet. Idem Templum augustum mole et opere, quantum ex vestigiis licuit agnoscere octangularem praeseferebat formam, quadratis compactum lapidibus. Ad mare habebat portam, amplumque porticum sex fultum columnis marmoreis, ad quam per gradus multos, latosque patebat accessus.

  1. Gli originali, di pugno di Pietro ‘Polidoro, delle tre dissertazioni in torno alla Chiesa, alla Rocca ed al Monastero di S. Giovanni in Venere si conservavano presso il nostro dilettissimo e compianto amico, prof. Pietro Saraceni, che a noi gentilmente li comunicò. Queste dissertazioni furono, per la prima volta, da noi edite, dapprima nel IV Vol. de’nostri Studi su Castel S. Flaviano, Napoli pei tipi del Mormile, 1882 dalla pag. 157 alla pag. 220, e poi in una seperata monografia dal titolo «S. Giovanni in Venere, e tre dissertazioni latine inedite di Pietro Polidoro di Lanciano con note» pubblicate nello stesso anno 1882, per i tipi dello stesso Mormile. Il Signor Giuseppe Maria Bellini, con una lettera da Lanciano in data del 18 Gennajo 1887, mi scriveva «avendo raccolte alcune notizie storiche intorno al celebre Monastero di S. Giovanni in Venere, e desiderando darle alle stampe, bramerei unirvi in appendice le tre dissertazioni di Pietro Polidoro già da Lei pubblicate nel 1882» mi pregava quindi a volergliene dare licenza. Risposi immediatamente, accordando, nell'interesse degli studii storici, il chiesto permesso, e lo stesso Signor Bellini, con altra lettera del 2 Febbraio dello stesso anno, cortesemente mi scriveva «di non aver lingua sufficiente per ringraziarmi della licenza concessagli di ripubblicare le tre dissertazioni di Polidoro.» Ho voluto scrivere tutto questo, perchè il Sig. Bellini, occupandosi dell’insigne Cenobio Benedettino in una sua monografia edita a Lanciano dalla Tipografia Tommassini nel 1887, non solo non fece il menomo cenno della concessione accordatagli, ma dette addirittura per inedite le dissertazioni del Polidoro, da noi, come si sa, in numero di 400 esemplari pubblicate cinque anni innanzi. Avremmo potuto subito chiarire, per mezzo della stampa, l’errore, che vogliamo certamente credere involontario, ma ci contentiamo di farlo ora per ristabilire la esatezza de’ fatti, e perchè ognuno, bene o male, poco o molto che sia, abbia il suo. In fine debbo avvertire che lo stesso Signor Bellini annunziava di prossima pubblicazione, sulla copertina della sua monografia, gli studii e le arti de’Frentani, due dissertazioni, che egli dice parimenti inedite del Polidori. Sta però il fatto che le Dissertazioni «De studiis Frentanorum » sull'originale dello scrittore Lancianese, vennero, in massima parte da noi edite sotto la pag. IO-15 del nostro libro «Artisti Abruzzesi etc.. Napoli de Angelis 1883» e l’altra dissertazione de Artibus Mechanicis Frenfanorum, parimente da noi pubblicata intera, quantunque a brani, nel citato Volume, e principalmente sotto le pag. 144, 145, 160, 161, 222, 231, 232, 233, 234, 235, 236, 237, 238, 239, etc.