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mente più basso di quello naturale, quale comporterebbero le attuali condizioni climatiche. Comunque anche volendo ammettere che, per effetto di vari fattori antropogeografici — soprattutto in dipendenza del disboscamento operatosi all’epoca dell’intenso commercio del sale dalla Provenza in Piemonte — abbia potuto subire un abbassamento di 200 metri e che per conseguenza il limite naturale debba trovarsi verso i 2000 metri, ossia all’altezza del Pian del Re, all’epoca in cui esisteva l’antico bosco del Lago Fiorenza il limite superiore dovette essere di ben 300 metri più elevato.

Già il Venetz (op. cit.) aveva pure elencati alcuni ritrovamenti di tronchi d’alberi al di sopra del limite del bosco. Riporto i casi più importanti: verso il ghiacciaio della Valsorée nella Valle d’Entremont era stato veduto da persone degne di fede, molto al di sopra delle foreste più elevate, un tronco d’albero di straordinaria grandezza. Pure all’alpe di Sanetsch era stato trovato un grosso albero, adoperato poi per legna da ardere, mentre in nessuna parte di detta regione, anche nelle più inaccessibili, crescono degli alberi a quell’altezza. E così ancora nella Valle di Bagnes vennero trovati un tronco di larice ed uno di pino cembro in località differenti al di sopra del limite del bosco di allora. Ricorda per ultimo il Venetz che allorquando fu aperta la strada del Sempione alla sommità del colle vennero disotterrate delle radici di alberi, mentre a quell’altezza non se ne trovano più.

I predetti ritrovamenti citati dal Venetz come quelli ricordati prima da me sono indubbiamente molto importanti perchè rilevati dopo il grande sviluppo glaciale della prima metà del secolo scorso. Per quanto essi non possano spiegarsi se non come conseguenza d’una variazione delle condizioni climatiche, tuttavia non la comprovano in modo diretto. Torna quindi quanto mai di particolare interesse il reperto da me fatto nella scorsa estate, e di cui dirò ora, perchè esso viene a comprovare direttamente l’avvenuta variazione nelle condizioni climatiche.

Negli ultimi giorni del settembre scorso ho trovato adagiato ai margini della fronte del Ghiacciaio Grande di Verra nell’alta Valle d’Ayas, un tronco di conifera lungo poco più di 5 m. ed avente nella parte mediana un diametro di 16 cm.

I due estremi del tronco apparivano rotti accidentalmente, così dicasi pure dei rami in corrispondenza delle rispettive inserzioni al tronco. La superficie di questa risultava quasi ovunque liberata della parte corticale; dove ancora sussisteva essa si presentava abbondantemente impregnata di finissimo limo serpentinoso. Nessun indizio rilevai che facesse presumere che il tronco abbia comunque subìto delle forti compressioni.

Segata una sezione nella parte mediana, il legno si presentava ancora sanissimo, soltanto in qualche punto verso la periferia denotava un prin-