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forma che unisce la penisola di Malacca e Sumatra a Borneo: dal De Marchi per il bacino dell’Alto Adriatico [22] e dall’Issel per il golfo di Genova [68].

Il problema di questi spostamenti delle linee di spiaggia trova nelle variazioni di livello del mare per effetto delle oscillazioni glaciali una spiegazione più spontanea e persuasiva che non nei movimenti reali delle terre emerse.

Ciò premesso esaminiamo le vicende del Serapeo a Pozzuoli chiamato comunemente tempio di Serapide e che dai geologi è considerato come uno dei casi più tipici di bradisismi recenti con carattere di inversione nel movimento. È noto che le tre colonne principali mostrano nella parte centrale una zona erosa e perforata dai litodomi, mentre la parte inferiore e superiore sono quasi lisce ed intatte. L’edifico costruito certamente fuori d’acqua nel terzo secolo dell’era volgare, venne in seguito nel Medio-evo a trovarsi sott’acqua e le relative colonne ricoperte fino a m. 3,60 d’altezza da fanghi marini e da ceneri eruttate dai vicini vulcani, mentre altri metri 2,10 rimasero nell’acqua libera del mare che le corrodeva insieme ai litodomi; soltanto le estremità delle colonne erano fuori d’acqua. L’immersione dovette durare fino al principio del XVI secolo allorchè s’inizio il movimento inverso che portò nel 1750 al disseppellimento dell’intero edifico. Sul principio del secolo scorso cominciò un nuovo periodo di immersione dimodochè nel 1819 il pavimento del fondo si trovava di nuovo a livello del mare ad alta marea. Da allora il livello del mare andò gradatamente innalzandosi — movimento che continua tuttora — con una progressione annuale, secondo il De Lorenzo — di cm. 1,5 [21].

Per quanto i geologi siano concordi nell’attribuire il fenomeno a lenti movimenti di bradisismo, tuttavia non possiamo fare a meno di rilevare la singolare coincidenza dei predetti periodi di emersione e di sommersione del Serapeo con quelli delle oscillazioni dei ghiacciai alpini durante i passati secoli.

Infatti la prima sommersione, che durò parecchi secoli, si verificò precisamente nel Medio-evo allorchè lo sviluppo dei ghiacciai alpini risultò oltremodo ridotto. La successiva emersione iniziatasi nel XVI secolo ebbe pure a coincidere coll’aumento delle masse glaciali sulle Alpi. La nuova sommersione che perdura tuttora come il regresso dei ghiacciai alpini, cominciò un po’ prima dell’inizio della diminuzione di questi.

Quest’ultima mancata coincidenza nell’inizio dei due fenomeni e quasi certamente soltanto apparente, poichè le variazioni dell’attuate livello del mare non dipendono che in minima parte dai ghiacciai alpini, ma sopratutto dalle oscillazioni dei ghiacci dell’Artide e dell’Antartide che d’altra parte ci sono poco note. Nulla esclude quindi che la diminuzione di questi ghiacciai polari si sia iniziata prima di quella dei ghiacciai alpini e per con-