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caratterizzato da un grande sviluppo degli abeti con un notevole innalzamento del limite superiore del bosco. Per analogia dovremo di conseguenza dedurre che l’abete rosso da me trovato al Ghiacciaio Grande di Verra verrebbe a comprovare sempre più, come dicemmo, che il clima anteriormente alla metà del XVI secolo fu più caldo e più elevato il relativo limite superiore del bosco.
Ciò premesso si può quindi ritenere che anche nel periodo storico le grandi oscillazioni di maggiore entità, della durata di parecchi secoli, abbiano pure presentato una certa regolarità di successione come le oscillazioni trentennali.
Il grande sviluppo glaciale iniziatosi verso la metà del XVI secolo ha perdurato per oltre la metà del XIX. Il determinare però il suo probabile termine è una cosa un po’ difficile anche per la ragione che il passaggio sarà graduale. Ad ogni modo crediamo ch’esso volga verso la fine. E ciò per diverse considerazioni: in primo luogo perchè i ghiacciai attualmente — dopo gli enormi regressi subìti alla fine del secolo scorso ma in particolare modo per la grande riduzione di quest’ultimo quindicennio — presentano le proprie fronti così arretrate come non si era mai verificato dalla metà del XVI secolo in poi. Inoltre per la quasi universale constatazione fatta dai montanari — per usare la frase da essi adoperata — che «l’alpe va seccandosi», ossia che i pascoli estivi non dànno più l’ugual rendimento del passato. Così il pascolo di un alpe che in passato era sufficiente per tenere tutta l'estate 60-65 capi di bestiame, da oltre un quarantennio è andato impoverendosi tanto che al presente l’alpe non può più tenere che circa la metà, senza che ciò possa comunque attribuirsi ad una diminuita cura nella manutenzione dell’alpe. Ed in conseguenza va facendosi sempre più sentire la necessità dell’irrigazione e, dove non è possibile, del ripristino degli antichi canali.
Questa osservazione dei nostri montanari troverebbe in certo qual modo una conferma nella sensibile differenza fra le quantità delle precipitazioni che sono cadute nella prima metà del secolo scorso e quella negli anni successivi fino a tutt’oggi.
Ammessa quindi la possibilità che il grande periodo freddo-umido stia per giungere al suo termine, la relativa durata sarebbe stata di circa 400 anni e per conseguenza se, come pare, vi è stata una certa regolarità di alternanza e di durata, anche nei grandi periodi secolari come in quelli trentennali, il grande periodo caldo-asciutto precedente alla metà del XVI secolo avrebbe dovuto iniziarsi verso la metà del XIII e probabilmente anche prima. Osiamo credere di non essere molto lontani dal vero.
Tale supposizione infatti potrebbe trovare una indiretta conferma dalla considerazione che le emigrazioni tedesche dall’alto Vallese nelle varie direzioni talora anche attraverso elevati valichi, come quella nella valle di