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Gli studi sulle oscillazioni dei ghiacciai attuali, principalmente quelle degli ultimi 150 anni, hanno dimostrato che esse si succedono con una certa regolarità. Sulla relativa durata della fase completa (comprendente le due oscillazioni positiva e negativa) non è stato ancora raggiunto l’accordo perfetto fra gli studiosi; ad ogni modo il periodo trentacinquennale del Bruckner [11] o di poco inferiore è quello che sembra il più verosimile.

Le ricerche da me condotte qualche anno fa sulle variazioni secolari del clima del Gran S. Bernardo [64] hanno dimostrata l’esistenza d’una relativa regolare successione di fasi di 33 anni, ognuna delle quali comprende: 1 periodo freddo-asciutto, 1 periodo caldo-asciutto, 1 periodo caldo-umido ed 1 periodo freddo-umido, con assoluta prevalenza del secondo e quarto periodo. In conseguenza ogni fase risulterebbe caratterizzata da un periodo caldo-asciutto (oscillazione negativa) ed un periodo freddo-umido (oscillazione positiva).

Ora i recenti studi sul contenuto in polline nei depositi torbosi, specialmente del Keller nel Vallese [41, 55], verrebbero pure a confermare una identica successione nelle variazioni climatiche del post-dauniano ed in modo particolare l’esistenza d’un interglaciale a clima caldo. E più precisamente dopo lo stadio d’arresto di Daun la temperatura sarebbe andata gradualmente elevandosi, pur mantenendosi molto bassa l’umidità, ossia si sarebbe determinato un periodo caldo-asciutto a clima prettamente continentale e con assoluta prevalenza del pino cembro.

Successivamente le precipitazioni andarono gradualmente aumentando mentre la temperatura ebbe a raggiungere il suo culmine. In questo periodo caldo-umido, caratterizzato dal prevalere degli abeti e particolarmente dell’abete rosso, i ghiacciai si ridussero di molto scomparendo del tutto sugli elevati valichi alpini come ad esempio al colle del Teodulo: mentre il limite altimetrico del bosco ebbe ad elevarsi dai 200 ai 400 metri.

Seguì un periodo freddo-umido a clima oceanico per il graduale aumentare delle precipitazioni e il contemporaneo diminuire della temperatura. In questo periodo prevalsero le piante a foglie larghe che avevano già assunto un largo sviluppo alla fine del precedente periodo.

L’ultima parte del ciclo, per quanto non ben definita, sarebbe stata caratterizzata da un ulteriore variazione climatica — probabilmente da un breve periodo freddo-asciutto tendente al caldo-asciutto non chiaramente definito come nelle oscillazioni trentennali — con una sensibile ripresa nella diffusione dei pini.

Come si vede la concordanza nelle varie caratteristiche dei diversi periodi post-dauniani con quelli più brevi delle oscillazioni trentennali non potrebbe invero essere più perfetta.

Da questi studi sul polline dei depositi torbosi risulta poi particolarmente interessante il fatto che il periodo post-dauniano a clima caldo fu