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La tradizione della scomparsa del villaggio di S. Jean de Purtud presenta molta analogia con la leggenda relativa all’esistenza della città di Felik che sarebbe stata sommersa dal ghiacciaio del Lys nell’alta valle di Gressoney [63].

Così pure vuole la tradizione che nell’alta valle d’Ayas esistesse prima del grande progresso dei ghiacciai, il villaggio di Vera dipendente dalla parrocchia di Praborna (Zermatt) nel Vallese, ed in appoggio di questa asserzione i vecchi d’Ayas si ricordavano d’aver veduto un piccolo tratto di mulattiera che andava a perdersi sotto il ghiacciaio [40].

Il prof. Ulrich [89] dice che al posto del ghiacciaio di Zmutt nell’alta valle del Visp doveva prima trovarsi il villaggio di Tiefenmatten circondato da prati e campi.

D’altra parte gli abitanti di Grindelwald e di Lauterbrunnen assicurano che i ghiacciai ancora attualmente coprano ampie regioni delle loro valli che un tempo erano ricche di pascoli, fatto che sarebbe comprovato da documenti autentici.

Un po’ dappertutto, dal Vallese e dall’Oberland al Tirolo si riscontrano fra le popolazioni montanare tradizioni di tal genere, molte delle quali coll’andar del tempo sono state alterate dando ad esse uno sfondo religioso dimodochè sono da relegarsi fra le leggende vere e proprie. Ciò nondimeno non è da escludersi che lo spunto iniziale abbia un fondo di verità collegata ai grandi progressi glaciali, poichè le tradizioni e le leggende che ne sono nate non sono altro che il riflesso di quelle avanzate.

Abbiamo veduto infatti che i ghiacciai anche durante i grandi progressi del secolo scorso invasero regioni abitate, pascoli, abbatterono boschi secolari e non poche volte distrussero anche degli abitati. A maggior ragione e da ritenersi che fatti consimili — donde l’origine delle tradizioni e delle leggende — si siano verificati nella seconda metà del XVI secolo e nella prima del XVII. Anzi aggiungeremo quasi certamente ancora su più larga scala, non solo perchè i ghiacciai raggiunsero una potenza non inferiore a quella dei successivi massimi, se pur non la superarono, ma sopratutto perchè il progresso di quell’epoca — che segnò l’inizio di quel grande sviluppo glaciale che caratterizzò il periodo che va dalla seconda metà del XVI a quella del XIX secolo — fu veramente la prima grande invasione glaciale che la storia ricordi e per conseguenza dopo un lungo periodo in cui le masse glaciali erano rimaste molto piccole.