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Il ghiacciaio del Lys, dopo il grande progresso del 1820 s’era ritirato tanto da mettere allo scoperto la sbarra rocciosa di Roos nella quale — sebbene non sia mai stata libera da ghiaccio a memoria d’uomo secondo la testimonianza fatta dallo Zumstein al Forbes nel 1842 [31, 32], — erano stati trovati segni evidenti di buchi per la ricerca dell’oro. Poichè dopo XVII secolo, come s’è detto più volte, i ghiacciai mantennero sempre uno sviluppo piuttosto grande e di molto superiore all’attuale, bisogna ammettere: 1) che le ricerche aurifere siano state fatte in epoca anteriore al 1600; 2) che la fronte del ghiacciaio si trovasse allora talmente arretrata da rendere sicure le predette ricerche.

La fronte dell’Hufigketscher a cominciare dal 1780 ebbe talmente a progredire da ricoprire tre ripiani di successive sedi estive per l’alpeggio. Anche in seguito al grande ritiro operatosi tra il 1850 ed il 1880 è ricomparso soltanto il ripiano della sede inferiore, e, com’è naturale, del tutto ricoperto da materiale morenico sparso, mentre il ghiacciaio nascondeva ancora le due sedi superiori [45].

Nella valle d’Herens il ghiacciaio di Ferpècle dovette avere anteriormente al XVII secolo e per lungo tempo uno sviluppo molto ridotto. Due fatti vengono a confermarlo. Prima di tutto la presenza delle casere dell’alpe Ferpècle la cui costruzione presuppone l’esistenza nelle immediate vicinanze di adeguati pascoli per il mantenimento del bestiame. Tuttora invece la regione circostante è ricoperta da abbondante detrito morenico sparso e soltanto scarsamente erbosa dimodochè le casere risultando sempre abbandonate sono andate in rovina [34]. Vuole infatti la tradizione locale che il ghiacciaio di Ferpècle non sia molto antico: e che il «recouvrerait un alpage, partie prarie et partie forèt, ou les tropeaux restaient plus tard en autonome que dans tous les autres alpages de la commune d’Evolène». (Da una lettera indirizzata dal curato di Evolena Berclaz a Coolidge [20].

Appare quindi quanto mai fondata la notizia comparsa nel Journal de Lausanne del 1791 [4, 26] e successivamente ricordata anche dal Fröbel [36], dell’esistenza in Evolena di un atto di permuta dal quale risulterebbe che verso il 1400 un appezzamento di prato della frazione di Hauderes — la cui regione è ancora oggidì fra le più fertili di Evolena — è stato dato in cambio di un altro di quasi uguale estensione situato a Manzette e che sul finire del XVIII secolo era occupato dal ghiacciaio. Notiamo che la località chiamata oggidì Manzette trovasi sull’ultima morena della sponda destra del ghiacciaio di Ferpècle a monte dei pascoli di Bricolla. Evidentemente le condizioni di fertilità dei due appezzamenti dovevano essere pressochè uguali, se le superfici erano pure pressochè uguali, poichè oggidì tale permuta si presenterebbe illogica data l’aridità dei pascoli di Manzette, in parte ricoperti dalla morena; per conseguenza bisogna dedurre che la massa glaciale si trovasse e si sia mantenuta molto lontana per lungo tempo.