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le fronti glaciali nella loro rapidissima discesa raggiunsero sovente i limiti del 1820 se pur non li sopravanzarono, d’altra parte, come ben si osserva ad esempio per il ghiacciaio del Lys, le potenze delle lingue glaciali furono assai minori non raggiungendo sui fianchi le creste delle morene laterali del precedente massimo. Questa maggiore estensione in lunghezza è forse da collegarsi al fatto constatato per parecchi ghiacciai che i progressi del 1820, ma particolarmente del 1855 furono piuttosto di breve durata ma estremamente rapidi, raggiungendo talora anche una discesa di 150 m. all’anno.
Ma prescindendo da tutte queste particolarità rimane oramai accertato che i tre progressi del 1602-1644, 1820 e del 1855 furono i massimi assoluti verificatisi tra il XVII ed il XIX secolo. Nè pare che tra gli uni e gli altri si siano avuti dei notevoli regressi degni di rilievo. In conseguenza tutto il lungo periodo che va dalla seconda metà del XVI secolo a oltre la meta del XIX, avrebbe corrisposto ininterrottamente un grande sviluppo glaciale quale la storia non aveva mai registrato in precedenza.
Evidentemente si ebbe anche un notevole abbassamento del limite delle nevi permanenti determinando in conseguenza anche la formazione di nuove masse glaciali in zone che ne erano state prive: così il Venetz dice che a partire dal 1811 nella località detta Büdumynen si è formato un nuovo ghiacciaio sotto il Galenhorn nella valle di Sas la cui esistenza non era mai stata prima conosciuta. Lo stesso dicasi del ghiacciaio di Rothelsch sopra il Sempione e quello di Thaleit ricordato dallo Schlagintweit [77].
Nei secoli immediatamente precedenti i ghiacciai furono molto meno espansi? Le antiche cronache non registrano fatti dai quali si possa desumere che i ghiacciai risultassero più espansi o che comunque abbiano progredito. D’altra parte secondo le tradizioni delle popolazioni montanare è universale la credenza su tutta la catena alpina che i ghiacciai fossero un tempo molto meno sviluppati.
Tale credenza veniva d’altra parte in certo qual modo convalidata dalle centinaia di casi in cui i ghiacciai nei progressi del 1602-1644, del 1820 e del 1855 abbatterono grossi alberi talora anche di 200-300 anni e frequentemente distrussero anche delle costruzioni. Citiamo alcuni dei tipici esempi dei quali parecchi erano già stati ricordati dal Venetz e dall’Heim nel suo trattato di glaciologia [45].
Durante il progresso del XVII secolo del ghiacciaio Superiore di Grindelwald si dovettero abbandonare 2 case e 5 fienili [24]. Il progresso del 1820 distrusse pure una vecchia foresta [56]. Anche il ghiacciaio Inferiore di Grindelwald sulla fine del XVI secolo e al principio del XVII, che già ebbe a ricoprire la cappella di S. Petronilla, invase pascoli e zone coltivate e costretto per il suo sopravanzare ed evacuare molti fienili e 4 case [97].