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demie e di Orsia intese in senso lato. I grandi benefici che le dette regioni avevano tratto da questo canale ci vengono chiaramente comprovati dalla sua denominazione di Nidelgasse (= vicolo della panna) che tutt’oggi conserva. Esso captava le acque del torrente Indren allo sbocco della piana omonima poco a monte della grande «marmitta dei giganti». Attraversava, tenendosi a mezza costa, tutti pascoli dell’alpe Gabiet dove, prima di dirigersi verso l’alpe Rikka, sul fianco sinistro, ossia alla base del Seehorn, confluiva con l’altro ramo proveniente dal «Gemein-Moos» (antico lago di colmataggio di Taille), le cui acque erano state captate a mezzo di un canale sotterraneo — vera opera d’ingegneria idraulica — i cui resti vennero messi alla luce all’epoca dei recenti lavori alla diga settentrionale del Lago Gabiet.

Un altro canale non meno importante di quello Gabiet-Orsia aveva inizio all’alpe Cortlys e dopo aver ricevuta la confluenza d’un secondo ramo proveniente direttamente dal Lys, attraversava l’alpe Weng e, tenendosi molto in alto in mezzo al bosco sul versante sinistro della valle, irrorava tutta l’ampia conca a seminativi di Tschaval. L’esistenza di questo canale, non era conosciuta, per quanto mi consta, dalla popolazione montanara dell’Oberteil; i suoi ruderi con i relativi muri di sostegno vennero da me scoperti per lunghi tratti, e per puro caso, nell’autunno del 1934 sotto i precipizi di Ekke.

Altri due canali, ma di minore portata, prendevano rispettivametne le acque del torrente Bettlino per portarle all’alpe Trejen e del torrente Netscho per condurle all’alpe superiore di Spilmannsberg.

Ma un’importanza di gran lunga maggiore al nostro scopo rappresenta l’antico canale del «plateau» del Lys, pur esso abbandonato sa tempo immemorabile e che irrigava i pascoli, anche quelli più elevati, dell’alpe Salzen di Dentro. Le traccie di questo canale sono sopratutto riconoscibili a monte della cosidetta «Piana della Lapide», donde, prima in lieve risalita e poi quasi in piano, girando l’ampio pendio del versante vallivo termina bruscamente al contatto della grande morena laterale di sinistra del ghiacciaio di Salzen (= ramo sinistro del ghiacciaio del Lys). Siccome sul lato esterno di questa morena — che d’altra parte per la sua freschezza deve presumibilmente corrispondere al massimo sviluppo del 1820, ricoprendo forse quella del massimo del principio del 1600 — non scorrono acque nemmeno in piccola quantità in nessun periodo dell’anno, vien naturale di ritenere che la morena non esistesse. In conseguenza in origine il canale doveva continuare ancora oltre per captare le acque direttamente dal ghiacciaio e che soltanto in seguito coll’aumento di questo sia stato ricoperto dalla morena.

A nessuno può sfuggire la somma importanza che questo fatto rappresenta ai fini della nostra indagine. Ma anche prescindendo dalle conclusioni