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TERZO. | 61 |
LXXXIII.
Nella Legge di Dio vostra salute
Si trova bene, e il vizio sol vi danna,
Mentre di questo l’anime imbevute
Il fragil senso l’intelletto appanna;
Per impedirvi il far cose dovute,
Amore è cieco, e l’interesse inganna;
Debole è l’uomo, e forte è il tentatore,
Ma pur la vince il confessar l’errore.
LXXXIV.
Concludo in somma, che il peccato è un tutto,
Che costa caro, e pur si stima un nulla;
Ma chi nulla lo stima perde il tutto,
E vende il tutto per comprare un nulla;
Un nulla è poi per cui rovina il tutto,
E toglie il tutto per donare un nulla;
Toglie il ben, dona il mal: or se vi piace,
Pensateci ben sopra, e andate in pace.
LXXXV.
Or ecco già che il nostro Gesuita
Ha la Predica sua finita, ed io;
Mentre la Musa a riposar m’invita;
Voglio quì tralasciare il canto mio,
Non perchè quì la storia sia finita,
E mi abbandoni la benigna Clio;
Ma prendo lena per dar poi le mosse
Alla lingua per dir cose più grosse.
Fine del Canto Terzo.