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TERZO. 51


LIII.


Verso di voi voltarmi or mi conviene,
     Giovani, che trovate in dolci inganni
     Delle impudiche, e perfide Sirene
     Lusingati da esse i vostri danni;
     Or di giorno, or di notte all’opre oscene
     D’impuri affetti dispiegate i vanni;
     Corteggiate la Druda, e se vi alletta
     Fate come gli uccelli alla civetta.

LIV.


E come tali appunto al passo attesi
     In lascivo boschetto di peccati
     Del cacciatore in man siete già resi,
     Dalla pania d’amore imprigionati;
     Da Satanasso con quest’arte presi,
     Ed in più modi essendo alfin pelati,
     Altro non manca a voi se non il cuoco
     Che vi arrostisca a sempiterno fuoco.

LV.


Oh quanti nel profondo dell’Inferno
     Già dannati ritien questa carnaccia,
     Quanti quanti di voi al foco eterno
     Or quì presenti pure, a Dio non piaccia,
     Manderà questo vizio! e tu d’Averno
     Empio Dragon con quella tua codaccia
     Cadere a terra fai l’anime belle,
     Che dovevan regnar sopra le Stelle.