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SECONDO. 25


XXIII.


Non già per mano del crudel Nerone,
     O di altri fieri, e pessimi Tiranni,
     Con la terribil sua persecuzione
     Potè far Satanasso in que’ primi anni,
     Nella Chiesa di Dio tal distruzione,
     Come egli fa co’ suoi più fini inganni,
     Oggi per mezzo dell’ipocrisia
     Che mostra il Cielo, e dell’Inferno è via.

XXIV.


Ma per tornar al nostro Gesuita,
     Che fuor di Chiesa ho poco fa lasciato,
     Nel raccontarvi la di lui uscita
     Da quella doppo ch’ebbe predicato,
     Mentre alla Csa a riposar sua vita
     Vien condotto, e da’ Preti accompagnato,
     Parmi ben il dover, che per creanza
     L’accompagni ancor io alla sua Stanza.

XXV.


Quivi però voglio lasciarlo adesso,
     Perchè già stanco possa riposare,
     Acciò che poi studiar gli sia permesso,
     E le Prediche sue ben imparare:
     Egli però, che in questo era indefesso,
     In Confession si mise ad ascoltare,
     I peccatori, e con sua penitenza
     Pettinava a ciascuno la coscienza.