Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
6 | CANTO |
XIV.
Vi son cervelli d’avarizia tinti,
Che pensando a lor grasce il prezzo alzare
Mandano il grano in piazza; e poi con finti
Rigiri per mezzani il fan comprare:
Altri vi son, che dal bisogno spinti
Capital dell’altrui sanno ben fare;
Ma i debiti pagare al creditore
Stimano gran vergogna e disonore.
XV.
Altri vi sono poi, ch’han del baggiano,
Persone tanto nobili, che basse;
E gli farebbe ancora un Ciarlatano
Creder insin che un asino volasse:
Molti ingegni tra gli altri han buona mano
Nel giocar d’invenzion se bisognasse;
E con lettere cieche soglion dare
Lo scacco matto a chi fanno il Compare.
XVI.
Nel tempo che a regnare in Vaticano
L’Undecimo Innocenzo cominciava,
Ne’ confini dell’Umbria, e del Toscano
Un Padre di gran fama predicava;
Che con licenza del Pastor Sovrano
Di Missionario il titolo portava;
E all’abito che avea di Religione
Pareva proprio un sacco di carbone.