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PRIMO. | 3 |
V.
Son per lo più le fabbriche all’antica
Con poco buon disegno, e mal’intese,
E condannolle la montagna aprica
A mantener i venti a proprie spese:
La squadra fu d’ogni angolo nemica
Negli edifizi; e così bel Paese
Forma il ritratto in ogni sua struttura
Del vituperio dell’architettura.
VI.
Ripiena ell’è di molti abitatori,
Poveri, ricchi, dotti ed ignoranti,
Di bugiardi Mercanti, e di Dottori,
Di maligni Usurai, e di Furfanti,
D’ingegni sciocchi, e dolci, e di Sartori,
Che con la lingua fan giubboni, e manti;
Di Nobili, Plebei, e mal creati,
D’uomini oziosi, e d’Asini togati.
VII.
Cittadini vi son di bassa mano,
Ch’hanno gran fumo in testa e poco arrosto,
Stimando il sangue lor, sangue Troiano,
E di razza più nobile composto:
Trattano poi con atti da villano
Chi dello stato lor non gode il posto;
E se son de’ Priori, e del Consiglio,
Portan con borsa asciutta, altero il ciglio.