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2 | CANTO |
II.
O Febo tu, che di bugiardi accenti
L’orecchie empisti a Popoli Minchioni,
Dando pastura a curiose genti
Di sognate menzogne, e d’invenzioni;
Sprona la Musa mia con argomenti,
Tanto ch’io possa metter in canzoni,
E col favor, che a me darà Talìa,
In versi raccontar l’altrui pazzìa.
III.
Ma voi, Corvi di veste, e di coscienza,
Che il suol di Cristo di zizanie empite,
Ed ognor con avara impertinenza
E testamenti, e borse ripulite;
Mentre in fatti ribaldi, alla apparenza
Vita mostrate ed esemplare e mite;
Lasciando agli altri il predicare Dio,
Volgete il collo torto al Canto mio.
IV.
Posta è Cortona sopra un alto monte,
A cui s’ascende per sassoso calle,
E rivoltata all’Austro, erge la fronte
Al vago sito d’un’amena valle.
Se dell’antichità si cerca il fonte,
Molti secoli porta su le spalle;
E per quanto ne scrivono gli Autori,
Edificata fu da’ Muratori.