Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
RITRATTAZIONE | 128 |
XXXVIII.
Si si Francesco egl'è, ben lo discerno;
Di serafico amor già tutto ardente;
Che per far guerra al regnator d'Avcino
Armò di Croce numerosa gente;
Vero seguace fu del Verbo Eterno,
Tutto specchio esemplare al penitente;
Sol dell'altrui salute arse di zelo,
Povero in Terra fu, ricco nel Cielo.
XXXIX.
E dell'Ordine suo la divisione
Non già rancori, nè discordie addita,
Ma trasse il zelo sol di perfezione
Più Religiosi a più perfetta vita;
L'Abito si mutò di Religione,
Che in varie forme oggi ne và vestita:
Ma nel cangiarsi, e nel mutar divisa
Giammai dal Capo suo restò conquisa.
XI..
Chi poi dotato d'intelletto acuto
Alte dottrine in cattedra difende:
E chi per dare a Dio l'onor dovuto
Alla contemplazion devoto attende;
Per dal dell'opera sua qualche tributo
Nella chiesa più d'uno il tempo spende;
Tutti all'obbedienza son soggetti
per qualche proprio ministero eletti