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RITRATTAZIONE | 119 |
XI.
Malignità d’alcune relazioni
Poco sincere, e men degne di fede,
Ad alcune poetiche finzioni
Con troppa libertà motivo diede,
E per il genio pronto all’invenzioni
Che spesse volte alla menzogna cede;
Di quel sì tristo parto, e figlio indegno
Madre l’ira ne fu, padre lo sdegno.
XII.
D’altri adultera penna (Oh gran delitto!)
Macchiò il candore d’onorato oggetto,
Che sotto il nome mio restò trafitto,
Per cui fu spinto da nefando affetto;
Altri nel copiare il Manoscritto,
Nella lettera scarso d’intelletto,
per colpa d’ignoranza che lo scusa,
Eretica apparir fece la Musa.
XIII.
Oh quanti in farsi onor d’altrui scrittura
Senza saperne render le ragioni,
E con i versi ancor fuor di misura
Si spacciano per Tassi, e per Catoni:
Ma poi caduti setto alla censura
Rimangono pelati cornacchioni;
Che delle penne altrui già rivestiti
Sono d’ingegno, e di cervel puliti.