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116 | RITRATTAZIONE |
II.
La Musa oggi non più tanto odiosa
Vibri le rime, come la corrente;
Nè più si mostri a chi si sia nojosa,
Nè più ministra di sdegnata gente:
Ma se fu con Democrito sdegnosa,
Veder si faccia pur oggi dolente;
E con più grave, e più modesto Canto
D’Eraclito più tosto imiti ii pianto.
III.
Dei falli altrui cantando io dissi male;
Giacchè del male mai si può dir bene;
Ma poi conobbi il dirlo a farlo uguale,
Perchè dir mal del mal non sempre è bene:
Talìa però non più si mostri tale
Nell’impiegare il Canto in opre oscene;
Ma onesta Musa d’Ippocrene al fonte
Dal già macchiato onor lavi la fronte.
IV.
All’intelletto mio, e a’ suoi difetti
Soccorri dunque tu benigna Clio,
E con il suggerirmi altri concetti
Seconda pure in me questo desio;
Mentre a curare i già percossi oggetti
Corre la penna coll’inchiostro mio;
Ed in virtù del riformato ingegno
Fa con i versi miei Canto più degno.