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114 | CANTO |
XLI.
Se poi scherzi ridicoli trovate,
Che son capricci d’un allegro cuore,
Voi che leggete i versi miei sappiate
Gustare in quelli il critico sapore:
Son le vivande con il sal più grate,
Carne con salsa, e pesce con savore;
Ed ognun, che ha piacer a rime, o prose,
Ha caro ancor averle assai graziose.
XLII.
Ma tempo è omai di dar fine al mio Canto,
E dar licenza a voi che m’ascoltate:
Scusami per pietade o Padre santo,
Di tue glorie da me sì mal cantate,
E se poco ne dissi; voi frattanto,
Cari Merlotti miei, pur mi scusate,
Se nel mettere in carta il fatto vostro
Scriver non seppi con migliore inchiostro.
Fine dell’ultimo Canto.