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SESTO. | 109 |
XXVI.
Vi mantenga per sempre l’abbondanza
Di grano, vino, frutti, e d’ogni cosa;
Dentro, e fuori vi accresca ogni sostanza,
E la Città non sia mai penuriosa;
D’olio per unger non vi sia mancanza,
Sia per rinfresco la campagna acquosa,
Ma dove il grano seminato cresce
Non vi saltin ranocchie, e nuoti il pesce.
XXVII.
L’orzo vi cresca, con la fava dura
Per mantener moltiplicata gente;
Con la saggina alla progenie oscura
Dia faglioli, piselli, ceci, e lente,
Spinaci, ed altri erbaggi da pastura;
D’asini, porci, e buoi proveda il dente;
E d’ogni cibo vi contenti appieno,
Rape, ghiande, castagne, paglia, e fieno.
XXVIII.
I vostri colombai, e le galline
Non possino giammai esser soggetti,
Nè ve li mangin mai volpi, o faine;
Faccian le grosse troie assai porchetti,
Le pecore agnelletti; e vitelline
Le vacche, vostre mogli tra i diletti
Ogni quaranta dì, come conigli,
Vi partoriscan sei, o sette figli.