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SESTO. 101


II.


Già convertiti avea gli abitatori
     Della Città, del Pian, della Montagna;
     Ogni coscienza avea con i terrori
     Assottigliata come una lasagna;
     E gli parve poter con degni onori
     Al pari andar col gran Scipion di Spagna;
     D’un Masaniello fra i Napoletani,
     O d’un antico Curzio tra i Toscani.

III.


Già della Chiesa, che di sopra ho detto,
     Nella gran piazza il popol radunato,
     Sopra di un palco a questo fine eretto
     Si vide il Gesuita esser montato
     Nel dì prefisso, e con benigno affetto
     Disse, ch’egli ben pronto, e preparato
     Era per terminar la sua Missione
     Con la Santa, e Papal Benedizione.

IV.


Quivi esortò ciascuno a far del bene,
     Sprezzare il Mondo, e le sue pompe vane,
     Vivere in pace, come all’uom conviene,
     Lasciare i vizj, e far Opre Cristiane,
     Serrar l’orecchie al canto di Sirene,
     Non mangiar carne cruda senza pane;
     Con santo zelo a tutti persuadeva,
     E con parole simili diceva.