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98 CANTO


XLVII.


Il poveretto, come appunto fanno
     Gli altri suoi pari stava titubando,
     E come fan color, che poco sanno
     Con il pensiero andava ruminando;
     E il Gesuita gli accresceva affanno
     Mentre andava di nuovo interrogando,
     E alla risposta lo sollecitava,
     E gl’interrogatorj gli incalzava.

XLVIII.


Il proprio Padre, che gli stava a lato,
     Vedendo il figlio scarso di concetti;
     Pezzo d’asino, disse, e disgraziato,
     Capaccio duro, e bue, orsù che aspetti?
     Che ti venga la rabbia! io t’ho insegnato
     Sei persone di Dio, tre li Precetti,
     Già comandati a noi contro natura,
     La superbia, il Battesimo, e l’Usura.

XLIX.


Tosto che quella bestia udì parlare,
     Il Gesuita, si gettò per terra,
     E dalle risa quasi ebbe a crepare,
     Gridando ad alta voce, serra, serra
     La stalla, perchè il bue vuole scappare:
     In casa poi, se il mio pensier non erra,
     Questo bel caso, acciò non se ne scordi
     Nel Libro registrò de’ suoi ricordi.