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QUINTO. | 97 |
XLIV.
Padre, un giovane disse, io non son schietto
Dove l’asino porta lo straccale
E portando alla Togna un grande affetto
Nell’offendere Iddio commessi male:
Mi son preso più volte gran diletto,
Con un’arte ch’è propria naturale,
Nelle selve piantar della montagna,
Innestando il marron sulla castagna.
XLV.
Tutti i ragazzi poi egli attastava
Delle montagne, ove di mano in mano
Nella dottrina quelli ammaestrava,
Ed in ciò che s’aspetta al buon Cristiano;
Con fatica, e sudor gli dirozzava
L’intelletto silvestre, e grossolano,
Onde ben spesso ancor da quei monticoli
De’ spropositi udia molto ridicoli.
XLVI.
Uno tra gli altri, ora mi viene in mente
Da raccontarvi; e servirà per chiusa
Della Missione alla Montana gente;
Poi manderemo a riposar la Musa.
Il Missionario in zelo molto ardente
Tra quella gioventù di ingegno ottusa
Un ragazzetto interrogò tra tanti
De’ precetti di Dio, di quali, e quanti.