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QUINTO. | 93 |
XXXII.
Dopo ch’ebbe sfogato il suo dolore
Promise d’esser buona, e farsi Monica,
Ma rivocato il bando in suo favore,
Non fu mai Maddalena, nè Veronica;
Perchè nato non era quel sartore,
Che doveva per lei tagliar la tonica:
Alfin poi si ridusse a mutar vita,
E farsi, non so come, Convertita.
XXXIII.
Con queste ed altre simili sparate
Le persone più triste, e dissolute
Si vedevan così mortificate
Per ogni villa, come volpi astute;
Ed in queste divote mascherate
Lucciole per lanterne eran vendute,
Mentre con finte azioni, ed opre sante
Gabbar poteva il Mondo ogni furfante.
XXXIV.
Il Missionario poi, che lor credeva,
Queste dimostrazioni assai lodava,
Tutti con larga man benediceva,
E motuproprio gli canonizzava;
Da colpa, e pena ancora gli assolveva,
E molti verso il Cielo incamminava;
Assicurando ognun con lieta fronte
Dal tenebroso passo d’Acheronte.