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78 CANTO


XLVII.


Signori, a tutti voi ora m’inchino;
     Il Prete Bricchi in pulpito diceva;
     So ben che un tempo fa Prete Bricchino
     Da Cherico chiamarmi ognun poteva;
     Per qual voi mi stimate io l’indovino;
     E che mutar il nome si doveva,
     Mentre all’età, costumi, e discrizione
     Mi potete chiamar Prete Briccone.

XLVIII.


Cherico fui di questa Cattedrale,
     Dove molte zizzanie ho seminato
     Tra’ canonici, e feci molto male;
     Ora in gastigo d’ogni mio peccato
     Non potrebbe al mio merto esser eguale
     L’inferno mille volte replicato:
     Piano, fratel, che se lì a tanto fuoco
     Tu ti scaldassi, non sarebbe poco.

XLIX.


Per far suoi falli in pubblico sapere,
     Un mercante di pepe e di cannella,
     Confessando sua colpa, disse avere
     Deflorata a suoi giorni una zittella:
     Dicon però, che non toccasse a bere
     A lui vin puro di tal botticella;
     Perchè prima forata, il vin se n’era
     Uscito già dal buco della cera.