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peschi. Notammo, come dieci anni dopo la morte di lui, e precisamente nel 1664, la vedova Principessa D. Violante, Reggente gli Stati del figlio ancor minorenne, riaprisse la Zecca di Loano, ed altre ne sorgessero nei suoi domini, le quali, non a nome solo del figlio, ma della Principessa medesima, coniavano monete. La Biblioteca della R. Università di Genova possiede il disegno di una di esse, che, come l’ultimo che descrissi, ebbi dalla cortesia del chiarissimo Sig. Cav. Promis prelodato, il quale l’aveva ottenuto molti anni or sono da quel Cav. Heydeken, Console Russo in Genova, che radunò le monete liguri, che serbansi oggi nella R. Università di Genova. Il lettore vedrà (vedi tavola III. n. 2), ch’essa è uno degli Ottavetti battuti per il Levante e descritti nel capo precedente. Ha dal dritto l’immagine d’una donna, e l’epigrafe DON. VI. LO. PRINCI. S. VED. DO. Non cercherà la spiegazione esatta di coteste lettere, chi ricorderà, ch’esse son là per ingannare e confondere la moneta con quelle di Madamigella di Montpensier. In italiano suonerebbero Donna Violante Lomellini Principessa vedova Doria. Quell’S però non ha senso, nè ammette dichiarazione. Nel rovescio vedesi uno scudo coronato, che ha due gigli di sopra ed una piccola aquila in fondo. L’anno 16-65 sta in tal modo diviso ai due lati, e l’epigrafe DOMINUS • VIRTUS • MEA. E. SALUS. MEA • Nel Catalogue de la grande collection de M. Leopold Welz de Wallenhein, tom. II., del vol. II., pag. 659,