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Presso il Signor Principe Doria rinvenni il ponzone di quest’ultima forma, ed onde il lettore non ne resti privo lo collocherò nella tavola IV.a.

Non i soli Doria adottarono però questa figura. Il Viani la riporta nella tavola XIV n. 2, della sua opera Memorie Della Famiglia Cybo, E Della Moneta di Massa, di Lunigiana, come usata da quella famiglia; diversa è però l’epigrafe del rovescio, e vi si legge invece: TRES . SECURES . BONIT . UNC . QUINQ .

Una nota, ch’estraggo dall’Archivio del Sig. Principe Doria, ci dà la bontà degli ottavetti o luigini fabbricati nella Zecca di Torriglia dall’ottobre 1667 al 1668. Essi arrivano alla somma di 7319, e se ne veggono anche della bontà di 5. La inserisco tra i documenti.

Il contratto col Moretti venne annullato il 23 maggio 1667, e la Zecca fu affidata a Cristofaro Eicolser per tre anni e mezzo, mercè l’annua pigione di pezzi 1800 da otto reali. È da quell’epoca, che la Zecca di Torriglia cessò di esistere.

Oltre le due principali Zecche di Loano e Torriglia, altre di minore importanza ne sorsero nei Feudi dei Principi Doria, che o furono solamente costrutte, o che per breve tempo coniarono monete. Credo utile l’enumerarle, e perchè i cultori della numismatica ne abbiano contezza, e perchè la memoria di esse non perdasi.