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mento d’inspirazione, quando agli accordi celesti della sua grande lira tricorde, φόρμιγξ κιθάρα, accompagna i sagri cantici; e l’artista seppe cotanto elevarsi, che questo tipo ed il precedente non trovano confronto in monete di altre città della Magna Grecia. Le iniziali ΚΑΛ spettano al nome d’un magistrato, forse ΚΑΛλικρατης, che trovasi in medaglie tarentine (carelli, Num. vet. Ital. p. 53, n. 233), od altro diverso comune nella Magna Grecia.


SIRIS in LUCANIA.


  Bue a s. con la t. rivolta a d.

Rov. Lo stesso tipo in incavo, arg. 5, tav. III. n. 6.

Unico esemplare e della più perfetta conservazione, che fu descritto dal ch. Avellino (Opusc. tom. II, p. 96); trovasi ora nel medagliere del Museo Borbonico, dove passò con le incuse di Lao e di Taranto, e quelle di Crotone e Temesa rinvenute in uno stesso ripostiglio.1

È nel Museo Santangelo una rarissima medaglia incusa di Sibari di mod. ordinario, che oltre il solito tipo del bue con la t. rivolta in dietro e ΜΥ, ha sopra nell’area in piccioli caratteri l’epigrafe ΝΙΚΑ. Reputo questo monumento, uno de’ più interessanti per la storia della Magna Grecia, e di pochi anni posteriore all’olimp. 55, verso la qual epoca confederati i Sibariti, i Crotoniati ed i Metapontini, distrussero Siri

  1. Il ch. Millingen, che per non conoscer l’originale ha dubitato della lezione di questa moneta (Consid. p. 41), descrivendo quelle di Locri ha omesso di parlare delle piccole di oro, che han da un lato la t. dell’aquila, e nel rovescio ΟΛ ed un fulmine alato, di cui la prima fu pubblicata dall’Arditi (Illustr. di un antico v. trov. nelle rov. di Locri, p. 1). Dopo quell’epoca 97 di tali monete furon rinvenute in un vaso di terracotta nelle vicinanze di Locri, scoperta che ha per sempre allontanato ogni sospetto sulla loro verità. Crede pare il ch. autore, che nelle monete con l’epigrafe ORRA ΛΟΚΡΩΝ la veritable legende est ΕΠΙΚΝΑ; supposizione che vien distrutta dal monumento stesso» non molto raro, il quale porta scritto quella prima leggenda. Vari esemplari della stessa moneta possiede il Museo Borbonico; conservatissimi son quelli del Museo Santangelo; ed uno con assai chiara leggenda ne ha testò acquistato pel Museo di Berlino il ch. Julius Friedlaender di passaggio tra noi.