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NEAPOLIS in APULIA.


T. di Diana laureata a d., avente sulla spalla la faretra.

Rov. ΝΕΑΠ. Arco e turcasso, br. 2, tav. II, n. 2.

Unica ed inedita moneta, dal ch. Principe di S. Giorgio Spinelli ceduta al museo Santangelo. Non diversamente da quelle di Stymphalos dell’Arcadia, è qui la dea coronata d’alloro, e secondo il dorico costume con i capelli legati in un ciuffo; ha inoltre tutt’i caratteri dell’Artemis ἀγροτέρα, e potrebbe dirsi σώτειρα, per aver chiusa la faretra, e nel volto un’aria di celeste dolcezza.

In una moneta della stessa regione spettante a Salapia (carelli, Num. vet. Ital. p. 37, n. 8) vedesi la t. del cornipede maestro di sonanti zampogne,

. . κεροβάτας Πὰν, ὁ καλαμόφθογγα παίζων
(aristoph., Ran. v. 230),

messa a riscontro dell’epigrafe ΣΑΛΑΠΙΝΩΝ. Può ella ritenersi come tipo parlante del nome di quel popolo, pel significato di tal voce, derivato dalle due σίλας ed ὂψ; non altrimenti che l’augello σάλπιγξ effigiato forse nel riverso, il quale, secondo Eliano, imita col canto il suono d’una tromba: τὴν σάλπιγγα δὲ ἡ ὀμώνυμος (De nat. anim. l. VI, c. 19).1

INCERTUS APULIÆ.


Conchiglia.

Rov. ΓΡΑ. Fulmine e sopra un astro, br. 2, tav. II, n. 3.

Una simile, ma poco esattamente, fu pubblicata dal Se-

  1. Ha diversamento opinato il ch. Cavedoni (Bullett. archeol. nap. tom. II, riconoscendovi invece una colomba de’ monti appuli. Il volatile però in varii esemplari del museo Santangelo, da me originalmente osservati, mostra esser tutt’altro che una colomba, avendo gran simiglianza col falco, od altro uccello di rapina.