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fatti istituti usarono gli Spinola, e chiaro apparirà che per carità ed amor degli afflitti eglino non si lasciarono vincere dalle altre nobili famiglie.
E cominciando dalla più caritatevole delle pie opere di Genova, dall’Ospedale di Pammatone, ove han ricetto e cura continua quasi mille infermi, molte son le memorie che vi si rinvengono di Spinola, che ad esso furono generosi delle loro sostanze.
Vi sono rappresentati ritti in istatue di marmo senza alcuna iscrizione Paolo figlio di Stefano, e Giannettino, e Cesare, e Gian Battista figliuolo di Nicolò. Nè la mancanza delle epigrafi ci lascia dubbio sulla quantità del dono, perchè l’atteggiamento delle statue c’indica, ch’esso non fu certo minore di cento mila lire. Sappiamo, che la pia opera innalza una statua sedente a chi le fa dono di dugento mila lire; all’impiedi se di cento mila; un semplice busto a chi ne lascia cinquanta mila, ed una lapide a chi sole venticinque mila1. Busti vi hanno Giuliano figliuolo di Acellino, e Paolo di Nicolò con iscrizione, e solo questa Girolamo pure di Nicolò2.
- ↑ Vedi Banchero: Genova, e le Due Riviere.
- ↑ Ecco le tre iscrizioni che sono riportate nell’opera citata del signor Banchero:
I. VIRO JVLIANO Q. D. ACCELLINI, QVI ANNO MDLXXIX HVIC
XENODOCHIO PROVENTVS LOCORVM VIGINTIQVINQ. COMPERARVM Sti GEORGII
PERPETVO LEGAVIT EA LEGE QVOD SINGVLIS ANNIS DVO SACRA VNVM IN HO-
MINVM ET ALTERVM IN MVLIERVM INFIRMARIA CELEBRENTVR HORTANDO INFIRMOS,
VT ORENT D. 0. M. PRO REMISSIONE PECCATORVM IPSIVS D. JVLIANI, PARENTVM,
ANTECESSORVM, DESCENDENTIVM ET BENEVOLENTIVM SVORUM. PROTECTORES
NON INMEMORES TANTI BENEFICII IN PAVPERES B. M. P. ANNO MDCXXVI.