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di Savona e finalmente Arcivescovo di Cagliari; Nicolò Antonio di Lepanto nel 1770.
La Metropoli di Genova oltre il Gian Battista vanta altri due Arcivescovi del casato Spinola. Porchetto che la governò al principio del secolo XIV in tempi assai difficili per la lotta dei Guelfi e Ghibellini, e che pure assai giovò la sua Chiesa. Ci rimangono gli atti del sinodo diocesano, ch’egli tenne nel 1310, e che vennero pubblicati per cura dell’erudito Abbate Sbertoli. Gian Battista figlio di Felice resse prima la diocesi Sarzanese, il cui clero riformò. Vi tenne un sinodo diocesano nel 1674, e poscia nel 1686 fu mandato in Corsica qual visitatore apostolico. Innocenzo XII lo elevò alla sede genovese nel 1694 e vi durò sin alla morte avvenuta nel 1705.
Fra i Vescovi meritano speciale memoria: Agostino figlio di Gherardo Marchese di Arquata, Vescovo di Ajaccio e poi di Savona, celebratissimo per dottrina, pietà, e zelo, e per saggi regolamenti lasciati a quella diocesi; Ambrogio prima Superiore di varie case della congregazione di S. Paolo e Provinciale, ed Assistente generale, poi Vescovo di Ventimiglia, e quindi di Luni e Sarzana.
Carlo fu figlio di Giovanni di Nicolò, e fratello del Cardinale Agostino, che secondo i costumi del tempo gli cesse la diocesi di Perugia.
Emmanuele Vescovo di Albenga nel 1306 fu ucciso in una popolare sommossa. Un altro Emmanuele fu secondo l’Ughelli Vescovo di Bietto nel 1318.
Francesco Maria dei Chierici regolari teatini, fu da Urbano VIII elevato alla sede Savonese, ma contraddicendo il Governo civile della Liguria, venne esiliato, e morì nel 1656.