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Nicolò Doria. E nel 1270 fu Capitano egli stesso e ritenne quel nobile grado sino al 1291, nel quale volontariamente rinunziò. Egli è vero che durante il suo reggimento grandi calamità pesarono sulla Repubblica per le scissure dei cittadini da opposte libidini travolti; ma ciò malgrado, egli meritò assai bene della patria, e per la rettitudine del suo operare, e per le magnanime imprese di cui fu promotore. Richiamato a sé il ministerio della cosa pubblica, inviò il collega Oberto Doria contro i Pisani, e costui nella terribile giornata della Meloria distruggendo la flotta nemica liberò la patria dall’emula Città, e le diede l’impero del mediterraneo contrastatole sino allora.
Corrado figlio di Oberto seguì gli esempi del padre. Capitano con Corrado Doria contenne gli animi agitati dei cittadini. Riunì forze bastevoli a spedire nell’Adriatico Lamba Doria contro i Veneziani, che Genova minacciavano di continuo. Fu allora che quel magnanimo sterminò la flotta nemica colla famosa battaglia di Curzola, e per Genova ottenne una pace assai vantaggiosa. Corrado poi nel 1299 rinunziò all’uffizio di Capitano, ed andò Ammiraglio in Sicilia chiamatovi dal Re Pietro allora in guerra col Pontefice e con Carlo di Napoli. Con grado uguale fu col Re di Castiglia, e dopo una vita assai operosa morì in patria nel 1304.
Opizzino figlio di Corrado dopo essere stato con Barnaba Doria Capitano della Città come il padre, nel 1309 fu dichiarato Capitan generale e Rettore del popolo, onore che pagò con due anni di esiglio, e con la rovina e l’incendio della sua casa, quando gli avversi Guelfi ebbero il sopravvento.