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Non molti sono i documenti, che ci ricordano la zecca di Ronco, ma sufficienti a dimostrare, quant’essa fosse importante. Rinvenni i più antichi nell’Archivio del Signor Marchese Giacomo Raggio, uno degli eredi degli Spinola che dominarono in questo paese. Nel libro intitolato Manuale del Sig. Napoleone1 1643 in 1653, sono le seguenti memorie spettanti al 1647. « 12 luglio 1647 Zecca di Ronco per doppie 96, 12 oro di bontà di 21, 6/8 in zecca di Genova fatti fabbricare in R.li 916, che dovevano essere d’Italia quale riesce di fino onze 103, 18, 9 a L. 28, 19, 9 l’onza. L. 3007, 18, in quali a L. 68 entrano onze 884, 13, 6 d’oro delle stampe. E per fattura e spesa della zecca a uno per cento L. 8, 16, 11».

E più sotto leggesi.

» Per fiorini 251 1/2 fatti fabbricare in numero 1006 quarti, quali a L. 5. 6. fanno 1339, e 19. Fattura e spesa della zecca a un per cento L. 13, 8. L. 1353.7 e vid. a L. 7, 15 entrano L. 174, 12 vid. ora della stampa in tutto L. 1068, 2, 11 ».

Negli atti del Notaro Gian Andrea Celesia esistenti nello Archivio di Genova leggesi che il 15 luglio di questo stesso anno un certo Nicolo Penco confessandosi debitore del Marchese Napoleone per dugento doppie, ricordava ch’esse erano del conio di Ronco2.

  1. Questo manuale, e gli altri libri di amministrazione, che citerò, serbansi nell’Archivio del Signor Marchese Giacomo Raggio, ed io potei vederli per concessione dei Signori Avv. Giovanni Maurizio, e Palmarini, ai quali n’è affidata la custodia.
  2. Non credo inutile trascrivere quest’atto: « 15 luglio 1647. In nomine Domini Amen. Nicolaus Pencus q. Jacobi sponte, et omni meliori modo faletur Domino Marchioni Neapolioni Spinulae q. D.