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stemma Spinola dipinto sui diversi fabbricati mostra che esso dipendeva già da quell’illustre casato. Fertile è il suo territorio, e non pochi i possidenti tra i suoi 2709 abitanti, che or piangono il mancato commercio dopo che la ferrovia tolse a’ viaggiatori il bisogno di soffermarsi colà. È tuttavia capo di Mandamento, e se non vi fosse penuria di decenti abitazioni molti sarebbero di certo i genovesi, che vi correrebbero a passar l’autunno allettati dalla bontà dell’aria, e dall’amenità di quelle campagne.
Vedemmo nei capitoli precedenti, che buona parte della Valle Scrivia fu dagl’Imperatori di Germania accordata in feudo agli Spinola per rimeritarli della loro fedeltà al partito ghibellino del quale, come ognun sa, erano coi Doria i capi in Genova; che tra i luoghi a lor concessi vi fosse questo di Ronco io lo rilevo da un atto stampato nel volume 1 del Liber jurium (Monumenta Historiae patriae) ch’è del 9 novembre 1227. I cittadini di Asti, Alessandria, Alba, Tortona e Genova fan compromesso per aggiustar ogni lor differenza, ed a pag. 785 ecc. dicesi: item quod castrum Spinularum destrui non debet, nec communi Dortonae restitui non debere; et quod castrum iacet ubi dicitur in Runchum. Nel 1242 spettava a Guglielmo Spinola; infatti nelle Memorie raccolte dal Roccatagliata nel secolo XVII1 leggesi sotto quell’anno: « Avea Guglielmo Spinola fuoruscito e ribelle della Repubblica eccitato l’Imperatore contro della patria; onde il Podestà di Genova colle truppe della Repubblica prese il castello di Ronco ch’era del detto Guglielmo, e Savignone, Costapelata, e