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assai meglio conservato, anzi in istato perfetto. L’anno 1629 è nitidissimo.

Nei manoscritti inediti del Zanetti è delineato altresì un esemplare di questa moneta, ed egli ricorda che serbavasi presso il signor Marchese Senatore Angolelli, e che aveva il peso di carati settanta bolognesi.

N. XXIII. La moneta che segue nella tavola V, num. 4 è la metà della precedente, e rappresenta un pezzo da una doppia. Serbasi nella Biblioteca di S. M. il Re in Torino. Ha il peso di grammi 6,550 ed il diametro di millimetri venticinque. L’impronto non differisce punto dal precedente, solo l’anno è 1630. Tengo anche il calco del pezzo ch’esiste nel Museo Imperiale di Vienna, non diverso per nulla da questo di Torino, ma assai più logoro, specialmente nel rovescio.

N. XXIV. Tardi ebbi il disegno dell’ongaro, zecchino o ducato, che è al numero 2 della tavola XXI, e perciò dovetti collocarlo fuori del suo posto. Esso fa parte della ricchissima collezione Trivulzio di Milano, e debbo anche questo disegno all’illustre signor Conte Carlo Taverna. Ha nel diritto un cavaliere armato tra due stemmi, in tutto uguali a quello che descriverò nel numero seguente. Intorno evvi l’iscrizione philippvs * sp * d . g . comes pal * Nel rovescio l’aquila bicipite collo scudo austriaco in petto e la leggenda svb * vmbra * alar * tvar * pron * 1637. Pesa grammi 3,350. Il diametro è di 22 millimetri.

N. XXV. Al num. 5 della tavola V è inciso un ongaro o ducato, che serbasi nella bella collezione del mio amico sig. Luigi Franchini in Genova; ha nel diritto un guerriero armato di tutto punto, coi piedi fermi a terra, col porta-