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ordinava il conio. Esse non avevano forma speciale, ma battevansi coll’impronto di altre di argento della stessa larghezza (V. numero XII). Nel diritto ha la testa di Agostino Spinola rivolta a destra col capo scoperto, coll’epigrafe avgvstinvs . spinvla e sotto la testa l’anno 1604. Il rovescio presenta lo stemma Spinola cioè scacchiere misto di rosso e d’argento sormontato dallo spino in campo d’oro colla corona appoggiata alla cervice di un animale, e contorniata dalla leggenda comes . tas-saroli.

L’uso di tale stemma è antichissimo nella famiglia, e se vogliamo prestar fede al Notaio Antonio Rocca, che viveva nel secolo XV, rimonta sino ai primi, che adottarono il nome di Spinola. Alcune modificazioni ebbe in diverse epoche; ma alla fine fu stabilito che da tutti quelli del casato si adoperasse quello, che in fronte di questo libro è dipinto1. Ed onde le mie asserzioni abbiano peso maggiore riporterò le parole del Rocca, che illustrano questa parte importantissima del conio delle monete spinoline: « Porro autem Guido et Albertus germani fratres et primi Guidonis pronepotes ii primum omnium et Vicecomitum cognomen reliquerunt et Spinulorum cognomen tum acceperunt, et ad nominis significationem supra fasciam gentilitiam in insignibus spinam rubram apposuerunt non dissimilem ei qua solent obturare cadi, quamvis verius loquendo sit censenda spina campestris; ii autem pro cervice taurina aquilam coronatam culce propter studium ipsorum erga impera-

  1. Il disegno di questo stemma tolto dall’antico palazzo Spinola-Marmi mi fu favorito dalla gentilezza del valoroso scultore signor Cav. Santo Varni.