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Cabinet, Hannover 1760, t. II, pagina 837, n. 2632, descrive un ongaro uguale a questo col conte loricato, in piedi, colla testa scoperta, e che si appoggia colla manca sulla propria spada; ma la leggenda del diritto è diversa alquanto: avgvst . spi . com . fassa.

L’Ordonnance du Roy sur le faict et reglement général de ses monnoyes, Paris 1615, a pag. 40 riporta un ongaro non dissimile da questo del n. 4 della tavola II; ma le lettere offrono al diritto qualche leggiera modificazione leggendovisi avgvst . spi comes . taassa.

N. IV. Quello ch’è al n. 5 della tavola stessa ha nel diritto il solito bragone, ma il disegno è alquanto confuso nella parte inferiore. I piedi escono fuori del campo destinato alla figura, e scorgonsi tracciati tra le lettere, che invece dell’ordinaria nitidezza hanno molto disordine; e con difficoltà vi si legge: avgvstassa . av comes . tassa.

La prima a di tassa è siffattamente ristretta nelle due gambe, che ti ritrae piuttosto un i. L’o di comes ha un i appoggiato; la gamba del t del secondo tassa ha una gamba nella parte inferiore diritta, e l’a che segue ha nella gamba destra un p. Il rovescio poi porta, egli è vero l’aquila bicipite coll’arma austriaca, ma manca però la corona imperiale, e l’epigrafe e diversa ancora dalla precedente, leggendovisi: virtvte . caesare. sino al piede destro dell’aquila; e tra le due teste ca. Fuori del contorno della moneta veggonsi dimezzate le lettere che compongono la parola dvce.

La tariffa di Anversa del 1633 Ordonnancie ende Instructie voor de Wisselaers, pag. 45, ha un bragone simile colla leggenda august . spin . comes . tassa. Nel rovescio l’aquila è coronata e vi è scritto virtute.