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cialmente sull’autorità del Zannetti, il quale come già dissi, nota, che sin dal 1596 coniavansi ongari d’oro di peso uguale al zecchino veneto (cioè di carati 18 1/2 e della bontà di denari 3 1/2) in Tassarolo, come in altre piccole zecche, che ricordai.
Le prime monete, che ci si offrono di tale specie sono quelle portate ai numeri 3, 4 e 5 della tavola II, ed appartengono alla raccolta del signor Conte Montenuovo del quale rammemorai già la gentilezza ed il valore numismatico. Esse presentano l’impressione degli ongari, che l’Impero, le Provincie Unite e la Polonia battevano sul chiudersi del secolo XVI, ed il principiar del seguente. Non sono nelle collezioni di Genova, e nelle altre italiane che io conosco, e mancano anche al Museo Imperiale di Vienna, né sono ricordati nella copiosa Reichelsche Münzsammlung. Il loro tipo è quasi uguale, e presenta però alcune piccole modificazioni che descriverò.
N. II. Quello ch’è alla tavola II, n. 3 ha al diritto il cavaliere armato detto bragone. Esso è rivolto a destra, veste lorica, ed ha il capo scoperto; tiene la mano diritta sul fianco, mentre si appoggia colla sinistra sulla spada appuntata a terra. Ha l’iscrizione avgvsti . spi . comes . tassa . Al rovescio l’aquila bicipite che tiene in petto lo stemma d’Austria chiuso dal toson d’oro, e sormontato dalla corona imperiale. L’epigrafe offre le lettere seguenti: avgvstinvs . spi . comes . tas . Ha il diametro di 25 millimetri.
N. III. Il seguente (tavola II, n. 4) ha il diritto affatto uguale al già descritto, ma diversa è l’iscrizione del rovescio, leggendosi in esso virtvte . caesarea . dvce . Ha il diametro di 25 millimetri. Tobia Köhler nel Dücaten-