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coi tutti i piccoli signori quanto più potevano emettevano moneta bassa c minuta, onde sarebbe quasi impossibile che, esistendone, nessuna con tanti ricercatori di monete patrie se ne fosse sinora potuta scoprire.
MONFERRATO.
Appena Teodoro Paleologo ebbe preso possesso del Monferrato, subito attese ad aprire una zecca in Chivasso, terra delle più importanti del nuovo stato, donde poi venne dai suoi successori trasferita a Casale S. Evasio quando ivi fissarono la loro residenza.
Di detto marchese avevo già rimesso al tipografo, per essere inserta in questa memoria, sopra un calco gentilmente inviatomi da Parigi dal signor Morel Fatio, col suo disegno, la descrizione d’un fiorino d’oro uguale a quelli di Firenze, ma avente dal lato del giglio Teodo . Marcho, e da quello del santo al fine della leggenda un chiodo allusivo al nome di Clavasium, dove era la zecca, epperciò diverso da quello menzionato dal Benvenuto San Giorgio1, che dice avere la sua insegna, espressione sempre usata negli ordini di battitura di quei secoli per significare lo stemma, ma la tolsi per essere stato questo pezzo or ora pubblicato nella Revue numismatique belge, epperciò passerò a dire di una del suo figliuolo Giovanni succedutogli nel 1338, che si vede aver continuato il sistema monetario adottato dal padre, conoscendosene un matapanc, ed ora avendo avuto la sorte di trovare un denaro imperiale (T. V, N° 47) avente da una parte nel campo, disposte in forma di croce c con una rosetta nel centro, le lettere I . O . H . S . per Iohannes, ed attorno MARCHIO., e dall’altra su tre linee MON - TISFE - RATI. Per essere un poco corroso pesa soli grani 10, o milligrammi 534, e pare alla bontà di danari 3, ossia millesimi 170.
La seconda moneta che presento de’ Paleologi, e che dal suo tipo evidentemente appartiene a Teodoro II, il quale resse questo stato dal 1378 al 1418, (T. V, N° 48), ha nel diritto uno scudo d’argento col capo di rosso abbenchè non indicativi bene i colori,
- ↑ Cronica di Monferrato. Torino 1780 pag 124.