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CORTEMIGLIA.
Quando nell’anno 1852, unitamente a varie altre monete antiche del Piemonte io pubblicava un tirolino di Manfredo del Carretto marchese di Cortemiglia, scriveva che per concessione del comune d’Asti doveva egli aver usato del privilegio della zecca. A ciò credere era allora indotto dall’opinar così un nostro eruditissimo critico qual fu Giulio Cordero di S. Quintino1, che illustrando un denaro imperiale del detto Manfredo, non dubitava di dire che il comune d’Asti, dal quale questi marchesi tenevano in feudo Cortemiglia per averlo ad esso nel 1309 venduto mediante che loro lo reinfeudasse, godendo di quella insigne prerogativa per concessione di Corrado II, non avrebbe operata cosa vietata ed insolita facendone partecipe per ragion di feudo questi suoi principalissimi vassalli. Aggiungasi che, oltre questo specioso ragionamento, già prima avevo veduto che il Gazzera2 pubblicando un grosso tornese ed un imperiale di Oddone padre dell’anzidetto marchese, battuti pare in Cortemiglia e da me comunicatigli, scriveva che a quello era venuta l’idea di istituirvi una zecca dallo scorgere come fosse fiorente quella d’Asti, dal qual comune detta terra teneva in feudo, e che in conseguenza adottò delle sue monete il tipo e la specie.
Avendo però io in seguito attentamente ponderate le opinioni di questi due autori, vidi che punto mi soddisfacevano, e meglio esaminata l’origine delle nostre zecche, non trovando che ne’ tempi di mezzo un comune o signore, il quale avesse avuto per concessione imperiale il diritto della moneta, acquistasse ciò mediante quello di farne partecipe altri, mi convinsi che diverso doveva esser l’origine di tal uso presso questi marchesi.
Per ciò scoprire cominciai dal cercare quando i signori di Cortemiglia battessero moneta, e riconobbi ciò essere stato nel principio del secolo XIV, ed in quanto alle specie coniate vidi le
- ↑ Discorsi sopra argomenti spettanti a monete coniate in Italia ne’ secoli XIV e XVII. Memorie dell’Accademia Reale delle Scienze di Torino. Serie II. Tom. X, pag. 409.
- ↑ Delle zecche e di alcune rare monete degli antichi marchesi di Ceva, Incisa e Del Carretto. Memorie come sopra. Serie I. Tom. 37, pag. 100.