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Questo pezzo, non in Chiarenza, ma pei nome della città c del santo che vi si vede impresso, certamente battuto a Torino, e dopo il 1301 essendovi il titolo di principe; deve essere stato coniato ad esempio di Teodoro I marchese di Monferrato, che d’Oriente, dove erano i mata pani apprezzatissimi, nelle nostre parti ne introdusse l’uso.

Questa è la sola moneta che conosco inedita di Filippo, cui nel 1334 successe il figliuolo Giacomo, del quale è il seguente pezzo, che per essere uguale nel peso e lega ad altro già da me edito1 dovrebbe essere un grosso viennese (T. II, N° 20). Ha da una parte un busto mitrato e nimbato di vescovo con uno scudetto colla croce sul petto, raffigurante san Donato protettore della città di Pinerolo, dove fu in conseguenza esso coniato, e colla leggenda IACOB . D . SABAVD . cioè Jacobus de Sabaudia. Dall’altra parte poi ha una croce con una stella a sei raggi in uno degli angoli superiori, ed attorno PRINCEPS . ACHAIE ., principato del quale sia egli che i suoi figli conservarono solamente il titolo.

Altro pezzo uguale nella legge al precedente ma vario nel tipo è il seguente dello stesso Giacomo. Questo (T. II, N° 21) ha da un lato una croce patente con una rosa a quattro foglie in un angolo e I . PRICEPS . ACHAIESIS, e dall’altro la sopra descritta protome di santo vescovo col nome suo, cioè SANCTVS . DONATVS.

Del figliuolo e successore di questo principe tengo una sola moneta ancora inedita, che è forse un doppio forte (T. II, N° 22); nel suo diritto ha un elmo con un leone rampante e nascente per cimiero, ed attorno AMED . DE . SABAVD ., e nel rovescio uno scudo in forma di losanga, accostato da quattro anelletti e colla croce caricata di bastone posto in banda, stemma di questo ramo dei reali di Savoia, ed in giro PRINCEPS . ACH . EC.

Ad Amedeo successe nel 1402 il fratello Ludovico, ultimo di questi signori, e di esso pubblico ora tre monete inedite.

La prima (T. III, N° 23) è un forte viennese, varietà di quelli già da me fatti disegnare2, ed ha da una parte nel campo uno grande L accostata ila quattro piccole stelle a cinque raggi con

  1. Idem Tomo II. Acaia, tav. I. Giacomo, N° I, e tom. I, pag.364.
  2. Idem. Tom. II. Acaia, tav. III. Amedeo, N° 6 e 7.