Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
89 |
suo vassallo, pregato da queste popolazioni stanche della sua tirannia, vi mandò nel 956 il proprio figliuolo Lodulfo che in breve battutolo, lo costrinse a fuggire, ma essendo egli mancato dopo qualche tempo di vita, ritornò Berengario ad opprimere gl’Italiani, ed estese le sue vessazioni al ducato romano, per il che Giovanni mandò ad Ottone due legati con preghiera che venisse a difendere lo stato della Chiesa. Allora di nuovo sceso questi in Italia e venuto a Milano vi fu solennemente incoronato re nel mentre che Berengario e Adalberto eransi chiusi in due differenti fortezze.
Intanto preparandosi Ottone per andare a Roma a ricevere la corona imperiale dal papa promessagli, mandogli nella seguente formola il suo solenne giuramento. Si permittente Domino Romam venero, Sanctam Romanam Ecclesiam, et te Rectorem ipsius exaltabo secundum posse meum; et numquam vita, aut membra, et ipsum honorem, quem habes, mea voluntate, aut meo consilio, aut meo consensu, aut mea exhortatione perdes. Et in Romana urbe nullum placitum aut ordinationem faciam de omnibus, quae ad te, aut ad Romanos pertinent, sine tuo consilio. Et quidquid in nostram potestatem de terra Sancti Petri pervenerit, tibi reddam. Et cuicumque regnum Italicum commisero, iurare faciam ilium, ut auditor tibi sit at defendendam terram Sancti Petri secundum suum posse1.
Da questo giuramento risulta che Ottone s’obbligò di continuare l’opera de’ Carolingi, amministrando in Roma la giustizia d’accordo col papa, e prendendo la difesa e protezione del patrimonio di S. Pietro, cioè dello stato della Chiesa romana.
In seguito essendo esso venuto in questa città, fu da Giovanni unto imperatore il 2 febbraio 962 dopo incirca quarant’anni che l'impero era vacante.
Intanto il nuovo augusto fece riconoscere re d’Italia il piccolo Ottone suo figliuolo, il quale gli successe poi nell’impero.
Papa Giovanni, senza che ben se ne conosca la causa, che pare sospetto quanto ne racconta Luitprando tutto partigiano d’Ottone e sempre maldicente de’ papi, cominciò a trattare nel 963 con Adalberto già re d’Italia, anzi lo fece venire nella stessa Roma, ciò che fu causa che l’imperatore con grosso esercito si muovesse contro questa città, e per forza entratovi vi fece in un conciliabolo deporre Giovanni, ed eleggere