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942-946.
Nel settembre del 942 Marino di patria romano succedette a papa Stefano.
Nel 945 Berengario marchese d’Ivrea, che era fuggito d’Italia per essere sospetto al re Ugo, vi ritornò e poco mancò che non venisse proclamato re, il che se allora non ottenne, non andò molto che vi riuscì, e frattanto Ugo, che trovavasi in cattive acque per causa di esso che di fatto la faceva da padrone nel regno, fece la sua pace con Alberico patrizio di titolo, ma tiranno di fatto di Roma.
Tre anni e mezzo dacchè era stato eletto pontefice Marino passò all’altra vita sul finir di marzo del 946, come gli ultimi suoi antecessori quasi esclusivamente attendendo alle cose della Chiesa.
Un solo denaro si conosce di questo papa (Tav. VIII, N° 1) del peso di grani 19, il quale ha in quella parte, dove prima leggevasi il nome dell’imperatore, ALBERI PRI, cioè Albericus Princeps (che così esso intitolavasi) in giro attorno al campo, nel quale evvi una croce le cui braccia hanno all’estremità il nome di ROMA, e dall’altra attorno SCS PETRVS, ed in mezzo in monogramma MARIN.
946-955.
Agapito pochi giorni dopo della morte di Marino fu eletto sommo pontefice dal clero e popolo romano.
Nello stesso anno il re Ugo veggendosi ogni giorno più disprezzato dagli Italiani, per paura d’un mal fine, co’ suoi tesori se ne andò in Provenza lasciando quello stato al figliuolo Lottario, che per alcuni anni regnò sotto la custodia di Berengario; ma essendo questo giovane sovrano passato all’altra vita nel novembre del 950, alla metà del susseguente mese fu incoronato re d’Italia Berengario col figliuolo Adalberto.
Tale ne fu la condotta che presto alienatisi gli animi delle popolazioni, esse chiamarono in Italia uno straniero offerendogli questa corona,